| Rispettando davvero le regole la serie A partirebbe con zero squadredi Marco Liguori e Salvatore NapolitanoVenghino signori, venghino. La fantasmagorica giostra delle plusvalenze 
        sta per riaprire in tutto il suo fulgore. E' un gioco dove ogni mossa 
        è lecita, soprattutto gli scambi incrociati di giovani sconosciuti 
        a prezzi gonfiati (ricordate quelli tra Milan e Inter?). E i padroni della 
        giostra, ossia i vertici del nostro calcio, sono ancora tutti lì, 
        inamovibili e imperturbabili, a dettare le regole. Che tanto verranno 
        puntualmente calpestate. Chi ci è cascato prima, si arrangi. Ma 
        il pronto soccorso del governo è assicurato: è oppure no 
        il presidente del Consiglio anche il presidente del Milan?Per capire i motivi per i quali il meccanismo delle plusvalenze, che si 
        sperava fosse finalmente abbandonato, sia stato invece oliato a puntino 
        per farlo ripartire, è necessario un salto all'indietro di qualche 
        mese, precisamente allo scorso febbraio. I debiti schiacciavano molte 
        società di A e B, e una in particolare, la Lazio, le cui vicende 
        stanno a cuore al presidente federale, Franco Carraro, che ne era, di 
        fatto, insieme al numero uno di Capitalia, Cesare Geronzi, l'azionista 
        di controllo, attraverso Mcc, banca d'affari del gruppo romano. La crisi 
        della Cirio, maggior azionista della Lazio, era infatti esplosa in tutta 
        la sua gravità. Ebbene, grazie ad un'incessante opera di pressione, 
        nella quale Carraro fu attivissimo, il governo varò in fretta e 
        furia un decreto che calpesta le regole elementari della contabilità 
        aziendale e del Codice civile. Fino a ieri era l'unico decreto cosiddetto 
        «salva calcio». Grazie a quella legge, è possibile 
        svalutare il patrimonio calciatori e spalmare in dieci anni la perdita 
        per il minor valore. In cambio, la Federcalcio promise norme più 
        severe per i bilanci. Le regole furono effettivamente varate a fine aprile: 
        all'ormai famoso parametro ricavi/indebitamento non inferiore a 3, ne 
        fu aggiunto un altro, che prevede che il rapporto tra patrimonio netto 
        e attivo patrimoniale non scenda sotto 0,5. In più fu deciso che 
        le società non dovessero avere debiti verso Erario, Enti previdenziali 
        e tesserati al 30 aprile. Alla Federcalcio il tono fu solenne: le nuove 
        regole entreranno subito in vigore e, in base ad esse, si deciderà 
        chi potrà essere iscritto al prossimo campionato. Macché: 
        se ne parlerà invece l'anno venturo. Forse. Ad esempio, calcolando 
        il nuovo parametro per la Juventus, al 30 giugno 2003 il suo valore sarebbe 
        stato pari a 0,25 (rapporto tra 99,6 milioni di euro di patrimonio netto 
        e 399,8 di attivo patrimoniale). Altro che le esclusioni dei Tar: sarebbe 
        stata una serie A a zero squadre.
 Dunque, le regole furono varate dalla Federcalcio ben sapendo che non 
        sarebbero state applicate. E' peraltro difficile che un parametro simile 
        venga mai preso in considerazione: a meno che non siano aggiunti nuovi, 
        provvidenziali commi per spiegare quali voci andranno incluse e quali 
        no.
 A proposito di nuovi commi, leggendo l'articolo 86 delle Norme federali 
        si capisce al volo perché tutto è pronto per far ripartire 
        la giostra delle plusvalenze. Nella vecchia versione, nel calcolo del 
        rapporto tra i ricavi e l'indebitamento, nella parte relativa ai ricavi 
        che vanno considerati, c'è un punto nodale: essi «possono 
        essere integrati, esclusivamente per le società partecipanti ai 
        campionati di serie C, con gli utili da negoziazione dei diritti alle 
        prestazioni dei calciatori, al netto delle perdite sopportate per il medesimo 
        titolo, nonché con i ricavi derivanti dalla cessione temporanea 
        del diritto alle prestazioni di calciatori al netto dei costi sostenuti 
        per il medesimo titolo». In parole povere, le plusvalenze. Le nuove 
        norme sono identiche, tranne che per un piccolo particolare: con un semplice 
        tratto di penna è stata cancellata la frase «esclusivamente 
        per le società partecipanti ai campionati di serie C». Dunque, 
        che la giostra riparta. Per tutti.
 (Fonti: www.ilmanifesto.it)   |